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12 luglio 2008

Sannazzaro e l'Ambiente (Po compreso...)


Nell'immagine: a sinistra la tranquillità della campagna della Lomellina, a destra lo skyline ormai classico di Sannazzaro con gli impianti ENI in evidenza, peraltro in continua espansione.
Molti passi avanti si sono fatti negli ultimi anni per monitorare la qualità dell'aria: adesso quotidianamente,
Arpa Lombardia certifica i dati delle sostanze inquinanti rilevate e li pubblica in internet.

Certo il Comune dovrebbe essere meno Eni-dipendente e forse la provenienza professionale di molti amministratori dagli impianti di via Mattei non ha agevolato un rapporto sereno tra il colosso energetico e il Municpio.
D'altro canto è anche vero che la buona conoscienza dell'azienda e delle sue dinamiche interne, quando ben utiizzate hanno prodotto benefici per il paese.
E poi esiste il problema della sicurezza ambientale.
Esiste un piano di emergenza industriale?
Quanti cittadini sono a conoscenza delle modalità di comportamento in caso di disasatro ambientale (la raffineria più grande d'Italia è lì a poche centinaia di metri....).
Qualche timido segnale sembra emettere anche la Raccolta differenziata dei rifiuti.
A settembre dovrebbe partire il porta-a-porta per la sperimentazione della raccolta in alcune vie del Centro. Da noi è una novità, ma in molte altre zone della Lombardia, e non solo, è una realtà già consolidata.
Chissà che Sannazzaro non riesca a fare qualche passo avanti anche in questa direzione, che del resto vede la
provincia di Pavia fanalino di coda della regione.

"Infine" c'è anche il Po.
E si, Sannazzaro è il principale comune rivierasco del Po dellaprvicia , anche se non sembra.
E giusto, quindi, come ha fatto recentemente il Comune, porsi a capo fila dei centri della zona in un progetto di salvaguardia ambientale.

A tal proposito riporto un estratto di un comunicato di Legambiente di fine giugno 2008
Il Po è sempre stato trascurato dalle politiche territoriali della Lombardia a differenza delle altre regioni, che hanno sviluppato investimenti per lo sviluppo del turismo, anche attraversol'istituzione di aree protette – ricorda Damiano Di Simine, presidente regionale diLegambiente. L'impegno delle Province rivierasche, validamente supportatedall'Autorità di Bacino del Po, è l'unico segnale di inversione di tendenza negli ultimi anni, ma ora occorre che le risorse stanziate dal Governo si traducano in progetti di qualità anche per il Po di Lombardia.
Il progetto Po-Net vede partner Legambiente con la Provincia di Pavia e i comuni rivieraschi con capofila Sannazzaro de' Burgondi, e concorre per ottenere un contributo della Fondazione Cariplo.
I greti fluviali sono uno speciale 'focus' di attenzione del progettoPo-Net – ricorda Mauro Canziani, responsabile del settore biodiversità di Legambiente - essi infatti rappresentano una tipologia ambientale straordinaria dalla quale dipende la tutela di numerose specie animali a rischio in Lombardia, che trovano solo nel tratto pavese del Po gli habitat idonei alla loro sopravvivenza. Tra questi ricordiamo tre specie di uccellidi interesse comunitario: l’Occhione, la Sterna comune e il Fraticello.
La condizione perchè il Po possa esprimere le sue potenzialità è però quella di un ambiente fluviale di qualità, e questo significa tutela eriqualificazione del paesaggio ma anche buona salute delle acque.
Su questo aspetto si sono soffermate le analisi di Legambiente, i cui primi dati, resi pubblici oggi, riferiscono dell'inquinamento da azoto efosforo neltratto fluviale pavese e cremonese.
(Emerge dal rilevamnto effettuato a Mezzanino che la qualità delle acque è migliore di alti tratti del Fiume)

Chissà che un domani i nostri figli considerino il Po più di quanto lo stiamo facendo noi adesso
.

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